Vescovo Castro Castro guida la II Marcia per la Pace a Cuautla e invita i delinquenti: «Deponete le armi!»

Vescovo Castro Castro guida la II Marcia per la Pace a Cuautla e invita i delinquenti: «Deponete le armi!»

Centinaia di fedeli cattolici della diocesi di Cuernavaca hanno partecipato questo sabato 13 settembre alla II Marcia per la Pace organizzata dalla vicaria San Mateo a Cuautla, Morelos, sotto la guida del vescovo Ramón Castro Castro. L'evento, che ha riunito parrocchie locali e visitatori da altre regioni della diocesi, ha mirato a rendere visibile il grido per la pace in uno stato flagellato dalla violenza, dall'estorsione e dall'impunità.

Il vescovo Castro Castro, nel suo messaggio centrale pronunciato al termine del percorso, ha strutturato la sua riflessione in tre obiettivi chiari, ispirati al metodo «vedere-giudicare-agire» della dottrina sociale della Chiesa: analizzare la realtà violenta di Morelos, giudicarla alla luce del Vangelo e proporre azioni concrete per la sua trasformazione.

Nel primo obiettivo, il «vedere», il prelato ha esposto una denuncia contundente della situazione nello stato. «Morelos è ferito», ha affermato, evidenziando la «cifra negra» del 92% di reati non denunciati, l'estorsione che colpisce piccoli commerci come tortillerías e ferreterías, e il «pago del suolo» che obbliga contadini e allevatori a cedere i loro raccolti al crimine organizzato.

Castro Castro ha sottolineato la convivenza tra alcuni funzionari pubblici e gruppi delinquenziali, così come il ruolo delle madri cercatrici, a cui ha rivolto un saluto affettuoso per il loro lavoro contro gli ostacoli istituzionali. «Sentiamo il vostro dolore, viviamo la vostra angoscia», ha detto, basandosi sul pastoreo diretto con le comunità.

Il secondo obiettivo, il «giudicare», ha invitato a una riflessione evangelica sulla pace come dono di Cristo: «La mia pace vi lascio, la mia pace vi do». Il vescovo ha respinto la violenza come eredità genetica, attribuendola a ambienti familiari e culturali corrotti. Citando Papa Benedetto XVI, ha enfatizzato che «l'impegno per la pace nasce dal rispetto incondizionato per la vita» e Giovanni Paolo II, che «non può esserci pace se non c'è verità». La famiglia è emersa come pilastro fondamentale: «È la culla della vita e dell'amore, il nucleo naturale della società», secondo la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, e il luogo primario per educare ai valori di pace e giustizia.

Infine, nell'«agire», Castro Castro ha proposto un piano d'azione immediato. Ha incoraggiato a coltivare «pensieri, gesti e linguaggio di pace», promuovere l'educazione alla legalità fin dall'infanzia e conoscere il nuovo Piano Diocesano di Pastorale, il cui verbo chiave è «rivitalizzare» –la famiglia, la fede e il cuore del discepolo–. «Non abbiate paura!», ha esortato tutti i presenti, dai bambini agli anziani, ricordando la beatitudine: «Beati quelli che lavorano per la pace».

Un'enfasi particolare è ricaduta sull'appello ai responsabili della violenza. Rivolgendosi direttamente al crimine organizzato, il vescovo ha implorato: «Tornate alla comunità da cui vi siete allontanati! Deponete le armi e non lasciate che le reti del male vi soffochino». Ha avvertito sul «denaro sporco» dell'estorsione e del narcotraffico, che «corrompe, genera morte e schiavizza», e ha offerto la Chiesa come rifugio: «Troverete una madre con le braccia aperte». Questo messaggio di misericordia, rivolto anche alle autorità e ai delinquenti, ha risuonato come un ponte verso la riconciliazione in una regione dove l'unità «è superiore al conflitto».

La marcia, che è partita dalla chiesa principale della vicaria e si è conclusa nella piazza civica, ha contato sul sostegno di organizzatori locali, a cui il vescovo ha ringraziato pubblicamente. «Dio ci permette di manifestare quel profondo anelito di pace», ha concluso Castro Castro, chiudendo con un appello collettivo: «Al lavoro! Coraggio! Dio è con noi».

Questo evento si inserisce negli sforzi diocesani per contrastare l'insicurezza a Morelos, uno degli stati più violenti del Messico, e mira a ispirare una «nuova storia» di comunione e legalità. Le autorità locali non hanno emesso dichiarazioni immediate, ma il messaggio del vescovo circola già nelle reti parrocchiali, amplificando il suo eco di speranza.

Morelos sta affrontando un incremento significativo nella violenza e nell'insicurezza durante gli ultimi anni, spinto principalmente dalla presenza di gruppi del crimine organizzato. Nel 2024 si sono registrati più di 1.628 omicidi in totale, di cui 1.324 dolosi, il che rappresenta un aumento notevole rispetto agli anni precedenti. Questo posiziona Morelos come uno degli stati più violenti del paese, con un tasso di omicidi che lo colloca nella top 10 nazionale. La percezione di insicurezza tra la popolazione è alta: nel 2024, l'impatto economico della violenza è ammontato a 147 milioni di pesos, equivalente a circa 68.318 pesos per abitante. Secondo l'Indagine Nazionale sulla Vittimizzazione e la Percezione sulla Sicurezza Pubblica (ENVIPE) 2024, il tasso di vittime per ogni 100.000 abitanti è stato di 26.995 per gli uomini e 24.870 per le donne.

D'altra parte, l'Indice di Pace Messico 2025 indica un lieve miglioramento dello 0,7% nella pace durante il 2024, segnando il quinto anno consecutivo di progressi moderati dopo periodi di deterioramento. Tuttavia, persistono alti livelli di reati come omicidi, sequestri, estorsioni e spaccio di droga. Il Semáforo Delittivo di maggio 2025 ha riportato cifre allarmanti: 79 omicidi, 2 sequestri, 50 estorsioni e 89 casi di spaccio di droga nello stato. A livello nazionale, Morelos si distingue per l'alta incidenza di furti di veicoli con violenza (primo posto) ed estorsione (secondo posto, dietro lo Stato del Messico).

Lo Stato non è estraneo alla disputa del territorio a causa dell'espansione di gruppi criminali, fattore chiave nell'aumento della violenza. Per la sua posizione geografica strategica vicino a Guerrero e la Città del Messico, è un territorio conteso da multiple organizzazioni delinquenziali. Nel 2024, sono stati identificati almeno 14 gruppi operanti nello stato, inclusi cellule indipendenti come Los Cahuira e fazioni legate a cartelli maggiori. Tra i più prominenti si trovano La Familia Michoacana, Los Linos, Los Mayas, Gente Nueva, La Unión e La Antiunión.

 In base a quanto sopra, questi gruppi hanno infiltrato persino istituzioni locali. Nel 2025, si stanno indagando 17 su 36 sindaci per presunti legami con il crimine organizzato e si stima che il 50% dei comuni sia collegato o associato al crimine. L'espansione da stati vicini come Guerrero ha esacerbato il problema con dispute per spaccio di droga, tratta e estorsione che generano morti e scomparsi. Nei primi otto mesi del 2025, si sono registrati 650 omicidi violenti e un aumento del 10% nei femminicidi.

In particolare, la zona di Cuautla è uno dei comuni più colpiti dall'estorsione, nota come «cobro de piso». Tra il 2022 e il 2023, questo reato è aumentato del 229%, secondo il Segretariato Esecutivo del Sistema Nazionale di Sicurezza Pubblica. Nel 2024-2025, la situazione persiste: tre su dieci imprese hanno chiuso per minacce, e si registrano omicidi di chi si rifiuta di pagare. La colonia Año de Juárez è considerata una delle più pericolose, con scene di bossoli, proiettili e corpi smembrati. Si è intensificata l'estorsione ai trasportatori; per esempio, a settembre 2025, sono stati arrestati cinque persone, inclusi il leader della Rotta 6, per aver preteso quote dalle rotte 10 e 2, e per aver incassato per «vigilanza» per un cartello. Sono state sequestrate armi, droga e più di 120.000 pesos.

Ad agosto 2025, uno studio dell'UNAM ha confermato l'aumento delle estorsioni, con negozi vuoti e omicidi in aumento. A gennaio 2024, Gente Nueva ha obbligato i commercianti a registrare video ringraziandoli per non averli estorti e ad aprile di quell'anno, un leader dei commercianti è stato assassinato dopo aver denunciato i pagamenti.

L'assenza di pattugliamenti efficaci di soldati e Guardia Nazionale aggrava il problema, nonostante le affermazioni ufficiali. Nel 2025, sono stati riportati arresti per estorsione, come una coppia legata a reati contro la salute e estorsione a Cuautla. A livello statale, l'estorsione è cresciuta in comuni come Yautepec e Puente de Ixtla, portando imprese come Coca-Cola a considerare il ritiro.

Morelos affronta una crisi di sicurezza con radici nella proliferazione di gruppi criminali ed estorsioni sistematiche, particolarmente a Cuautla, dove la violenza ha forzato chiusure di massa e generato un clima di paura. Le autorità hanno implementato misure, ma gli indicatori suggeriscono che il problema persiste. Oggi, la Chiesa prende l'iniziativa di Marciare per la pace nella speranza che, come ha affermato il vescovo Castro Castro, i fautori del male, di gruppi criminali o politici, tornino alla casa del Padre e rettifichino il cammino per le azioni che stanno condannando quello Stato del paese.

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