«O Oriens,splendor lucis aeternae, et sol justitiae: veni, et illumina sedentes in tenebris, et umbra mortis».
Oggi celebriamo la quarta domenica del tempo di Avvento e già tutto profuma di Natale. Anche nelle informazioni entra una certa pigrizia festiva e oggi è un giorno di quelli che possiamo considerare tranquilli. I ritmi del mondo contemporáneo non sono quelli della vecchia stampa, oggi tutto è molto più immediato e rapido. Nessuno aspetta il lunedì per vedere le notizie dopo la pausa del fine settimana, qualsiasi pubblicazione, anche nel punto più remoto del pianeta, arriva immediatamente in tutto il mondo.
Ieri si è svolta l’ultima Udienza Giubilare in Piazza San Pietro, nella sua catechesi, il Papa ha centrato la sua meditazione sul tema «Aspettare è generare. Maria, la nostra speranza». Il Giubileo sta volgendo al termine ma: «Continueremo a essere pellegrini della speranza». «Senza speranza, siamo morti; con speranza, arriviamo alla luce». Il Papa ci ha invitato ad ascoltare e pregare «il grido della terra e il grido dei poveri». Ha denunciato l’ingiustizia della ricchezza, sempre più concentrata nelle mani di pochi. Ha affermato che Dio ha destinato i beni della creazione per tutti: «Il nostro compito è generare, non rubare». In questo contesto, la storia ha due movimenti: ci sono quelli che rubano e quelli che generano: «La storia è nelle mani di Dio e di coloro che sperano in Lui».
Il Papa ha collegato la preghiera cristiana a Maria di Nazaret. In lei, «vediamo una di noi che genera». Maria è la Madre di Dio e nostra Madre. Le si dà il titolo del Salve Regina: «La nostra Speranza ». «Gesù vuole nascere di nuovo: possiamo dargli corpo e voce». Il compito dei credenti diventa allora quello di «generare» la Parola nella storia. Abbiamo già gli orari della maratona papale che chiuderà le porte sante, il 25 Santa Maria Maggiore, il 27 San Giovanni in Laterano, il 28 San Paolo fuori le Mura e il 6 gennaio 2026 San Pietro.
Sappiamo, ci consta, che il Papa Leone XIV è un utente attivo di internet e non nasconde la sua passione per le applicazioni educative e i giochi di logica. Dopo quasi un anno di inattività, il profilo «Robert» (nome reale del Papa) è tornato in vita: un’app per l’apprendimento delle lingue che premia la perseveranza con punti esperienza (XP). Gli utenti hanno notato una grande attività: si sono accumulati più di 30.000 punti in pochissimo tempo. Il profilo, che utilizza il nome utente @DrPrevost (lo stesso che usava il Papa su X prima della sua elezione), mostra un interesse particolare per il tedesco. Nonostante abbia studiato la lingua in passato, Leone XIV sembra aver ripreso i suoi studi, aggiungendo anche lo studio dell’italiano. La notizia è stata pubblicata dal giornale italiano La Repubblica, ma non è stata confermata da fonti vaticane. La «frequenza» digitale del Papa non è passata inosservata, anche a causa dell’orario insolito. Alcuni utenti hanno notato progressi intorno alle 3:00 a. m., ora di Roma. Un dettaglio che ha portato un utente a commentare per scherzo: «Santo Padre, sono le 3:00 a. m., cosa sta facendo? «. Queste abitudini notturne sono confermate dal fratello del Papa, John Prevost , che ha rivelato al National Catholic Reporter che il Papa, quando non riesce a dormire, spesso si dedica al suo smartphone, alternando lezioni di tedesco con giochi di «Words with Friends».
Oltre alle lingue, il Papa condivide con milioni di persone la sua passione per Wordle , il famoso gioco di parole del New York Times . Durante un recente incontro virtuale con giovani cattolici statunitensi riuniti a Indianapolis, Leone XIV ha rivelato un «segreto pontificio»: la sua strategia di gioco. “Ogni giorno uso una prima parola diversa , non ne ho una fissa”, ha confessato sorridendo prima di affrontare temi più complessi come l’intelligenza artificiale e il futuro della Chiesa. Suo fratello John ha confermato che lui e il Papa si scambiano i punteggi quotidianamente, come fanno molte famiglie in tutto il mondo.
La situazione riguarda l’intervento degli Araldi del Vangelo, dei quali i Cavalieri sono il loro ramo laicale. Una misteriosa lettera da Bogotá al Vaticano segna un nuovo episodio nella complessa relazione tra la Santa Sede e i Cavalieri della Vergine, proveniente da un “ufficio legale di Bogotá che rimandava inoltre una decisione della Procura”. Indirizzata al Papa Leone XIV presenta ciò che viene descritto come un blocco silenzioso che colpisce le attività e la missione spirituale di questa associazione in territorio colombiano, a causa delle restrizioni imposte sotto la figura del commissariamento che attualmente governa l’organizzazione. Il messaggio inviato dalla Colombia non è un fatto isolato, ma fa parte di un grido globale. Indicano che “ci sono 7 promozioni di seminaristi e 30 diaconi congelati da un intervento vaticano che completa 8 anni”. La lettera dettagli come queste misure amministrative abbiano provocato un ambiente di incertezza e paralisi in progetti sociali e religiosi.
Siamo consapevoli che questa situazione l’ha trovata già fatta il Papa Leone, più tempo passa più la rende sua. Poco serve proclamare che alla Brambilla l’ha trovata, la sua nomina porta la sua firma. La congregazione dei religiosi è un covo di volpi e non si aspettano cambiamenti sostanziali, il gregge è infuriato e gli Araldi sono stati i primi, ma non saranno gli unici né gli ultimi. Anno nuovo, termina il giubileo, abbiamo il concistoro e speriamo in qualcosa di più di vita nuova.
I firmatari assicurano che, nonostante abbiano mostrato piena obbedienza alle autorità ecclesiastiche, il processo di intervento sembra non avere una fine chiara, diventando un ostacolo per il loro sviluppo naturale. Il carisma dell’organizzazione sta sendo asfissiato da normative che, nella pratica, impediscono il contatto fluido con i suoi seguaci. Gli autori della comunicazione chiedono al Sommo Pontefice una revisione esaustiva delle condizioni del commissariamento per permettere all’associazione di recuperare la sua autonomia operativa e missionaria. Nell’anno 2001, la Santa Sede ha concesso agli Araldi il riconoscimento ufficiale come associazione internazionale di fedeli di diritto pontificio.
Il Papa Francesco ha convocato un unico Concistoro straordinario, nel febbraio 2014, dedicato specificamente alla riflessione sulla famiglia e le sfide pastorali del momento, in preparazione al Sinodo successivo.
Il Concistoro del prossimo gennaio acquisisce un valore simbolico e sostanziale in un tempo segnato da sfide complesse. Il riferimento insistente alla «comunione», alla «fraternità» e alla «preghiera» indica che il governo della Chiesa non può ridursi a una dimensione amministrativa, ma deve radicarsi in un cammino spirituale condiviso.
Il Papa Leone mette da parte il Consiglio Cardinalizio istituito da Bergoglio, scegliendo otto o nove cardinali con criteri soggettivi, creando così il C8 e successivamente il C9. Il comunicato pubblicato oggi dall’ufficio stampa della Santa Sede chiarisce immediatamente il significato dell’incontro, che non è una mera formalità, ma un significativo evento ecclesiale progettato per rafforzare la comunione e il discernimento condiviso. L’incontro «si svolgerà per due giorni e si caratterizzerà per momenti di comunione e fraternità, nonché per momenti dedicati alla riflessione, allo scambio e alla preghiera». Non si tratta di un’assemblea deliberativa in senso stretto, ma di uno spazio di ascolto e dibattito, il cui obiettivo è favorire il discernimento condiviso e offrire supporto e consiglio al Santo Padre nell’esercizio della sua alta e significativa responsabilità nel governo della Chiesa universale.
Oh Aurora,Resplendore della luce eterna, Sole di giustizia: vieni ora a illuminare coloro che vivono nelle tenebre e nell’ombra di morte.
«Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché ciò che in lei è stato concepito viene dallo Spirito Santo».
Buona lettura.
