Leone XIV all'Angelus: «La Sacra Famiglia è il nido e la culla dell'unica risposta possibile di salvezza»

Leone XIV all'Angelus: «La Sacra Famiglia è il nido e la culla dell'unica risposta possibile di salvezza»

In occasione della Festa della Sacra Famiglia, il Papa Leone XIV ha presieduto questo domenica la recita dell’Angelus dal Palazzo Apostolico, davanti ai fedeli riuniti in Piazza San Pietro. Nella sua riflessione, il Pontefice si è soffermato sul passo evangelico della fuga in Egitto, sottolineando il contrasto tra la luce del mistero dell’Incarnazione e la violenza del potere rappresentato da Erode. A partire da questo episodio, il Papa ha evidenziato il ruolo della famiglia cristiana come luogo di accoglienza, fedeltà e speranza in mezzo a un mondo segnato dall’egoismo, dall’ambizione e dalla mancanza di scrupoli —e ci manca una menzione ai migliaia di innocenti che muoiono a causa dell’aborto—. Leone XIV ha esortato a custodire nelle famiglie i valori del Vangelo —la preghiera, i sacramenti, l’amore fedele e il dialogo sincero— e ha chiesto di pregare in particolare per le famiglie che soffrono a causa della guerra, affidandole all’intercessione della Sacra Famiglia di Nazareth.

Di seguito lasciamo il messaggio completo di Leone XIV: 

Cari fratelli e sorelle: buona domenica!

Oggi celebriamo la Festa della Sacra Famiglia e la liturgia ci propone il racconto della “fuga in Egitto” (cfr. Mt 2,13-15.19-23).

È un momento di prova per Gesù, Maria e Giuseppe. Sul quadro risplendente del Natale si proietta, quasi all’improvviso, l’inquietante ombra di una minaccia mortale, che ha origine nella vita tormentata di Erode, un uomo crudele e sanguinario, temuto per la sua crudeltà, ma proprio per questo profondamente solo e ossessionato dalla paura di essere detronizzato. Quando viene a sapere dai Magi che è nato il «re dei Giudei» (cfr. Mt 2,2), sentendosi minacciato nel suo potere, decreta la morte di tutti i bambini dell’età di Gesù. Nel suo regno, Dio sta compiendo il miracolo più grande della storia, in cui si realizzano tutte le antiche promesse di salvezza, ma lui non è capace di vederlo, accecato dalla paura di perdere il trono, le sue ricchezze, i suoi privilegi. A Betlemme c’è luce, c’è gioia; alcuni pastori hanno ricevuto l’annuncio celeste e davanti al presepe hanno glorificato Dio (cfr. Lc 2,8-20), ma niente di tutto questo riesce a penetrare le difese blindate del palazzo reale, se non come un’eco distorta di una minaccia da soffocare con violenza cieca.

Tuttavia, proprio questa durezza di cuore fa risaltare ancora di più il valore della presenza e della missione della Sacra Famiglia che, nel mondo dispotico e avido rappresentato dal tiranno, è il nido e la culla dell’unica risposta possibile di salvezza: quella di Dio che, con totale gratuità, si consegna agli uomini senza riserve e senza pretese. E il gesto di Giuseppe che, obbediente alla voce del Signore, porta in salvo la sposa e il bambino, si manifesta qui in tutta la sua significato redentore. Infatti, in Egitto cresce la fiamma dell’amore domestico alla quale il Signore ha affidato la sua presenza nel mondo  e acquista vigore per portare la luce all’intero mondo.

Mentre contempliamo con stupore e gratitudine questo mistero, pensiamo alle nostre famiglie e alla luce che anche esse possono apportare alla società in cui viviamo. Purtroppo, il mondo ha sempre i suoi «Erode», i suoi miti del successo a qualsiasi prezzo, del potere senza scrupoli, del benessere vuoto e superficiale, e spesso ne soffre le conseguenze con la solitudine, la disperazione, con le divisioni e i conflitti. Non lasciamo che questi miraggi soffochino la fiamma dell’amore nelle famiglie cristiane. Al contrario, proteggiamo in esse i valori del Vangelo: la preghiera, la frequenza ai sacramenti —in particolare la confessione e la comunione—, gli affetti sani, il dialogo sincero, la fedeltà, il realismo semplice e bello delle parole e dei gesti buoni di ogni giorno. Questo le renderà luce di speranza per gli ambienti in cui viviamo, scuola di amore e strumento di salvezza nelle mani di Dio (cfr. Francesco, Omelia nella Messa per il X Incontro Mondiale delle Famiglie, 25 giugno 2022).

Chiediamo allora al Padre del Cielo, per intercessione di Maria e san Giuseppe, che benedica le nostre famiglie e tutte le famiglie del mondo, affinché, seguendo il modello della famiglia del suo Figlio fatto uomo, siano per tutti un segno efficace della sua presenza e del suo amore senza fine.

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