Il quotidiano El País ha pubblicato l’11 dicembre un reportage sugli abusi sessuali commessi da un sacerdote dell’Opus Dei, Jacinto Lázaro Laguardia, affermando che la prelatura, a conoscenza del caso, lo avrebbe trasferito di destinazione per 25 anni senza denunciare i fatti alle autorità civili. La notizia include la testimonianza esplicita di un denunciante, Pablo Merino, che afferma di aver subito abusi tra il 1994 e il 1996, quando era minorenne, nonché riferimenti a un altro caso a San Sebastián negli anni ottanta e a una denuncia successiva di una donna adulta.
Dopo la pubblicazione, la prelatura ha diffuso un comunicato in cui ha espresso il suo “profondo rammarico” per la sofferenza causata e ha chiesto perdono alle persone colpite. Inoltre, ha offerto diverse precisazioni sull’informazione apparsa sulla stampa.
Secondo il comunicato, l’Opus Dei afferma che l’unica accusa conosciuta dalla prelatura in quel periodo fu quella del 1998, relativa al caso avvenuto a Pamplona. A partire da quella denuncia interna —quando la presunta vittima era ancora minorenne—, l’istituzione indica che è stato seguito un procedimento conforme alle norme canoniche vigenti in quel momento. A gennaio del 1999 sarebbe stato proibito al sacerdote esercitare attività ministeriali con i giovani e sarebbe stato disposto il suo trasferimento di città. Il comunicato sostiene inoltre che la famiglia del minore ha chiesto di mantenere il caso riservato e che la prelatura ha agito conforme a tale richiesta.
In relazione al caso di San Sebastián —riferito da un antico allievo del collegio Erain e pubblicato da El País a maggio del 2024— la prelatura afferma di aver avuto conoscenza di quell’accusa solo a partire da tale notizia. Successivamente sarebbe stata avviata un’indagine tra giugno e novembre del 2024, che ha concluso che l’accusa era verosimile, ma che le autorità dell’epoca non avevano ricevuto informazioni sui fatti. L’istituzione indica che, secondo le dichiarazioni raccolte, in quel momento il sacerdote non ha lasciato i suoi incarichi né è stato trasferito a causa di quest’accusa, perché non se ne aveva conoscenza. La persona denunciante, aggiunge il comunicato, ha preferito per ora non fornire testimonianza formale per l’apertura di un processo canonico.
La prelatura conferma anche che il sacerdote è sanzionato per un caso riguardante una donna adulta. In questo senso, indica che gli è stato proibito esercitare il ministero sacerdotale salvo nel suo domicilio.
Riguardo alla denuncia presentata da Pablo Merino presso il tribunale di Pamplona il 25 novembre e menzionata da El País, il comunicato non entra in dettagli sul contenuto di quella denuncia giudiziaria, ma indica che alcune informazioni pubblicate sono state “nuove” per la prelatura e che saranno studiate per determinare come procedere.
L’Opus Dei afferma di aver tenuto informati i dicasteri competenti della Santa Sede sulle indagini e sulle azioni intraprese. Inoltre, nega di aver compiuto un insabbiamento, in contrasto con quanto sostenuto nell’informazione del quotidiano.
Infine, la prelatura ricorda di disporre di un ufficio per la protezione dei minori accessibile a chiunque desideri comunicare informazioni su possibili casi e di protocolli di prevenzione orientati a creare “ambienti sicuri”.
