Il caso degli Araldi del Vangelo rimane sotto i riflettori, con la rinuncia del cardinale Damasceno lo scorso 18 novembre e il rifiuto della richiesta da parte di sorella Simona Brambilla, prefetto del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica (DIVCSVA), il 21 novembre, il futuro di questa associazione privata di fedeli rimane ancora nell'incertezza.
Dal 2019 vivono sotto un commissariato pontificio imposto dal DIVCSVA. La misura fu giustificata allora alegando la necessità di «verificare» aree come lo stile di governo, la formazione, le finanze e la vita comunitaria. Tuttavia, con il passare degli anni, indagini civili e ecclesiali hanno archiviato le denunce iniziali, e nonostante ciò l'intervento non solo è rimasto in piedi, ma è diventato più opaco.
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In questo scenario, emerge la figura della religiosa missionaria della Consolata: Sorella Simona Brambilla. Da Infovaticana presentiamo una ricostruzione del suo profilo secondo quanto esposto nel libro: Il commissariato degli Araldi del Vangelo. Cronaca dei fatti 2017-2025. Sancionato senza dialogo, senza prove, senza difesa, Coordinato dal Prof. Dr. José Manuel Jiménez Aleixandre –dottore in Diritto Canonico presso la Pontificia Università di Santo Tomás de Aquino (Angelicum) di Roma– e dalla Suor Dr. Juliane Vasconcelos Almeida Campos, dottore in Filosofia.
Da segretaria a prefetto del Dicastero
Sorella Simona Brambilla appare legata al caso fin dall'inizio del 2024 come segretaria del DIVCSVA, carica dalla quale firma comunicazioni ufficiali che hanno segnato la direzione —e il blocco— del processo. Dopo la morte del papa Francesco, nell'aprile del 2025, è stata nominata prefetto del dicastero, succedendo al cardinale João Braz de Aviz.
Cioè, è diventata la massima autorità responsabile del commissariato degli Araldi del Vangelo in pieno momento critico.
La sua ascesa non ha portato cambiamenti nella linea dell'organismo; al contrario, ha consolidato una posizione che, secondo i documenti raccolti nel libro, ha continuato nella stessa direzione restrittiva della fase precedente.
L'interlocutrice diretta del commissario pontificio
Nel febbraio del 2024, quando il cardinale Damasceno si recò a Roma per presentare l'avanzamento completo del suo lavoro, il prefetto Braz de Aviz si rifiutò di riceverlo. L'unica persona del dicastero che accettò di incontrarlo fu Sorella Simona Brambilla, allora segretaria. In quell'occasione, il commissario lasciò tutta la documentazione nelle mani di Brambilla, confidando che il materiale arrivasse a destinazione.
Più avanti, essendo già prefetto, Brambilla concesse una lunga udienza al commissario il 16 maggio 2025, accompagnata dal canonista del dicastero, P. Leonello Leidi. Lì ricevette personalmente un dossier monumentale: 1.088 pagine, con il bilancio completo del commissariato dal 2019.
Il cardinale Parolin e il papa Leone XIV ricevettero solo una sintesi. L'unica persona che ricevette il rapporto completo fu Sorella Simona Brambilla.
Decisioni che hanno segnato la direzione del commissariato
Il libro documenta che Sorella Simona ha svolto un ruolo centrale in decisioni chiave che hanno perpetuato lo stallo del processo.
Blocco ai Capitoli e all'Assemblea
Nella lettera dell'8 marzo 2024, firmata da Braz de Aviz e Brambilla, si conferma che non si autorizzerebbe la convocazione dei Capitoli Generali né dell'Assemblea, il Dicastero imporrebbe i suoi propri specialisti esterni in teologia e diritto canonico e si aggiunge una frase insolitamente dura rivolta al commissario:
«La preghiamo di non insistere in questa questione»
Il tono di questa comunicazione ha reso chiara la volontà del dicastero: nulla sarebbe avanzato.
L'argomento ripetuto della “insufficiente approfondimento”
Nonostante la vasta documentazione presentata, le decisioni firmate da Brambilla sostengono che le aree indicate «non sono state sufficientemente approfondite».
Il commissariato, secondo il dicastero, non aveva fatto ciò che era necessario.
Questo, nonostante: La giustizia civile brasiliana ha archiviato tutte le denunce alegando mancanza di prove. Il Dicastero per la Dottrina della Fede non ha trovato sostanza nelle accuse dottrinali. Il commissario ha consegnato rapporti esaustivi, con migliaia di pagine di allegati.
La posizione del dicastero —e di Brambilla— è rimasta immutabile.
La sua influenza nella fase finale del caso
Dopo la sua nomina a prefetto, le decisioni non sono variate. Nel maggio del 2025, Brambilla ha ricevuto il rapporto finale del commissariato, ma —secondo la documentazione del libro— non ha prodotto alcun segnale di apertura, risposta o avanzamento.
Il commissariato è rimasto senza autorizzazione per concludere il suo lavoro.
I Capitoli sono rimasti proibiti.
I cambiamenti legislativi sono rimasti in sospeso.
L'intervento è continuato senza un orizzonte chiaro.
Nella pratica, Sorella Simona Brambilla si è convertita nella figura che ha consolidato il blocco amministrativo e giuridico più prolungato che abbiano affrontato gli Araldi del Vangelo.
Un ruolo decisivo in un processo immobile
Secondo i documenti forniti, Sorella Simona Brambilla ha avuto un ruolo determinante nel caso degli Araldi del Vangelo: Prima, come segretaria che firma le decisioni più restrittive. Poi, come prefetto che riceve la documentazione completa del commissariato. Infine, come l'autorità che mantiene la stessa linea di blocco ereditata da Braz de Aviz.
Quello che rimane, alla luce dell'analisi del libro, è il ritratto di una figura che —con discrezione esterna ma enorme potere interno— ha orientato l'evoluzione del caso verso uno stato prolungato di paralisi, senza offrire spiegazioni, senza rispondere ai rapporti esaustivi del commissario e senza mostrare intenzione di chiudere un processo che supera già i cinque anni.
https://infovaticana.com/2025/11/23/exclusiva-brambilla-rechaza-la-renuncia-del-cardenal-damasceno-como-comisario-de-los-heraldos/
