Sánchez invia sua figlia a un'università cattolica: il doppio discorso del potere socialista

Sánchez invia sua figlia a un'università cattolica: il doppio discorso del potere socialista

Il presidente del Gobierno, Pedro Sánchez, ha matricolato la sua figlia piccola, Carlota, presso la ESIC University, un’università privata cattolica situata a Pozuelo de Alarcón (Madrid). Secondo quanto riportato da vari media, la giovane frequenta il doppio grado in Amministrazione e Direzione di Aziende e Marketing in inglese. Si tratta di un’istituzione diretta dai Padres Reparadores o noti anche come i dehonianos.

Il fatto non sarebbe notizioso se non fosse perché lo stesso Sánchez guida un’offensiva ideologica contro l’educazione libera e di ispirazione cristiana. Il suo Governo ha promosso leggi e decreti che restringono la crescita delle università private, hanno colpito la scuola concertata e eliminato il finanziamento pubblico dei collegi che separano per sesso, molti di essi cattolici. Mentre si punta il dito da La Moncloa sui centri religiosi come “elitaristi”, la famiglia del presidente affida proprio a loro la propria formazione.

Una politica che predica l’uguaglianza ma pratica il privilegio

Il contrasto tra il discorso e la realtà è evidente. La Ley Celaá e il recente decreto sulle università private sono nati con la retorica della “uguaglianza sociale”, ma la loro applicazione ha significato una limitazione pratica della libertà di insegnamento. Sotto il pretesto di combattere i “chiringuitos universitari”, l’Esecutivo ha imposto requisiti quasi impossibili da soddisfare per i centri indipendenti: un minimo di 4.500 alunni, 10 gradi, sei master e tre dottorati, oltre a una garanzia economica equivalente al bilancio del terzo anno.

Curiosamente, nemmeno ESIC University —il centro dove studia la figlia del presidente— soddisfa oggi quelle condizioni. E, tuttavia, è lì che Sánchez deposita la fiducia educativa della sua famiglia. In altre parole, lo stesso modello che il suo Governo cerca di asfissiare è quello che lui stesso sceglie quando si tratta dei suoi.

L’educazione cattolica, baluardo di libertà e di verità

Per decenni, i collegi e le università di ispirazione cristiana sono stati seminari di formazione umana, intellettuale e morale. La loro esistenza garantisce la pluralità educativa e il diritto dei genitori di educare i loro figli secondo le loro convinzioni. Attaccare quel modello, come ha fatto il socialismo negli ultimi anni, non è promuovere uguaglianza, ma imporre un pensiero unico statale che nega la libertà e marginalizza la Chiesa dallo spazio pubblico.

L’incoerenza di Sánchez è, in fondo, una confessione involontaria del fatto che l’educazione cattolica continua a essere importante. Se gli stessi che la attaccano la scelgono per i loro figli, è perché riconoscono la sua qualità, la sua esigente e il suo impegno con i valori che il sistema pubblico ha abbandonato.

Il fondo della questione: un attacco ideologico alla libertà

In fondo, la contraddizione del presidente rivela qualcosa di più profondo: il disprezzo della sinistra per la libertà di educazione e, in ultima analisi, per l’influenza morale della Chiesa nella società. Ciò che infastidisce non è il successo accademico dei collegi cattolici, ma la loro fedeltà a una visione dell’uomo e della vita che si scontra con il relativismo dominante.

La fede, la famiglia e la libertà educativa sono pilastri inseparabili. Quando un Governo combatte uno di essi, finisce per attentare contro tutti. La Chiesa, con i suoi centri didattici, non impone: propone. E lo fa da una convinzione che né i decreti né l’ideologia potranno cancellare: che l’uomo, creato a immagine di Dio, ha diritto alla verità e a un’educazione conforme ad essa.

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