Il Vaticano studia di tipificare l'“abuso spirituale” come nuovo delitto canonico

Il Vaticano studia di tipificare l'“abuso spirituale” come nuovo delitto canonico

Según riportato da The Pillar, il prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, cardinale Víctor Manuel Fernández, ha recentemente notificato al Papa Leone XIV i progressi del gruppo di lavoro vaticano che studia la criminalizzazione dell’abuso spirituale nel diritto canonico.

Il porporato, che ha qualificato il processo come “fruttuoso”, ha chiesto al Papa di confermare l’arcivescovo Filippo Iannone come presidente del gruppo, nonostante il suo recente cambio di funzioni nella Curia. La continuità del lavoro suggerisce che il Pontefice —canonista di formazione— mantiene apertura a definire giuridicamente l’abuso spirituale come delitto autonomo all’interno del Codice di Diritto Canonico.

Abuso spirituale: una realtà antica con implicazioni nuove

Il fenomeno dell’abuso spirituale non è nuovo nella storia della Chiesa. Fin dai primi secoli, si riconosce che ogni autorità —anche quella religiosa— può essere mal esercitata. Attualmente, il diritto canonico contempla questa forma di abuso solo come fattore aggravante di altri delitti, specialmente quelli di carattere sessuale.

Esempio di ciò sono i delitti di sollecitazione in confessione o di assoluzione del complice in peccato contro il sesto comandamento, entrambi tipificati proprio per proteggere l’integrità dell’ambito spirituale di fronte agli abusi.

Il cardinale Fernández ha segnalato in diverse occasioni che l’abuso spirituale appare frequentemente come aggravante nei casi di abuso sessuale, citando lo scandalo dell’ex gesuita Marko Rupnik, accusato di manipolare e abusare spiritualmente e sessualmente di religiose per decenni.

“Non possiamo fare una legge per un solo caso”, ha spiegato il prefetto, “perché ciò limiterebbe la visione e influenzerebbe l’obiettività del lavoro”.

Un nuovo delitto con limiti giuridici

Sebbene alcuni osservatori speculino che il nuovo delitto potrebbe permettere di processare retroattivamente il caso Rupnik, i canonisti consultati da The Pillar scartano tale possibilità. Il principio di irretroattività impedisce di applicare nuove leggi a fatti passati. Pertanto, anche se il Papa promulgasse un nuovo delitto di abuso spirituale, non potrebbe essere usato per giudicare casi precedenti.

Inoltre, introdurre una figura penale inedita pone complessità: definire giuridicamente cosa costituisce abuso spirituale e come dimostrarlo. A differenza dei delitti materiali, questo tipo di abuso si verifica di solito in contesti soggettivi e relazionali, difficili da provare in sede giudiziaria.

Sfide pratiche per l’applicazione canonica

La creazione di un nuovo delitto obbligherebbe a stabilire autorità competenti per ricevere denunce e condurre indagini preliminari. Per la natura del caso, molte diocesi rimetterebbero i rapporti direttamente al Dicastero per la Dottrina della Fede (DDF), saturando ulteriormente un organismo già sovraccarico con cause di abuso sessuale clericale.

Alcuni canonisti propongono che il Dicastero per i Testi Legislativi (DTL) assuma parte del compito, elaborando un vademecum di applicazione che chiarisca criteri e limiti. Tuttavia, ciò richiederebbe coordinamento con il nuovo prefetto di detto dicastero, ancora non nominato.

Lo sfondo: casi recenti e l’urgenza di chiarezza

Il tema ha guadagnato forza dopo vari scandali recenti. Oltre al caso Rupnik, si menzionano quello del sacerdote David Nicgorski, accusato di manipolare spiritualmente religiose prima di aggredirle, e quello dell’argentino Ariel Alberto Príncipi, dichiarato colpevole di abusare di minori sotto il pretesto di “preghiere di guarigione”.

Questi episodi hanno portato a una riflessione interna sui limiti dell’accompagnamento spirituale e della direzione di coscienza, ambiti che, mal intesi, possono degenerare in abuso morale, psicologico o sessuale.

Una proposta con implicazioni ecclesiali e pastorali

Se il gruppo di lavoro riuscisse a formulare una definizione chiara e attuabile dell’abuso spirituale, il Papa potrebbe approvare una riforma del Codice di Diritto Canonico insieme a un manuale interpretativo. La sfida sarà proteggere le vittime senza criminalizzare l’esercizio legittimo dell’autorità pastorale né creare un clima di sospetto all’interno dell’accompagnamento spirituale.

Per ora, il cardinale Fernández mantiene il corso della sua proposta, e la Santa Sede cerca di bilanciare la giustizia con la prudenza, in una materia che tocca direttamente l’essenza stessa della relazione tra pastore e fedele.

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