Chiesa e Governo ultimano un accordo per risarcire le vittime di abusi

Chiesa e Governo ultimano un accordo per risarcire le vittime di abusi

La Chiesa Cattolica in Spagna e il Governo stanno per chiudere un accordo che permetterà di aprire una via comune di indennizzo per le vittime di abusi sessuali. Secondo quanto ha informato Vida Nueva, dopo la riunione tecnica celebrata il 29 ottobre a La Moncloa tra rappresentanti ecclesiali e il team del ministro della Presidenza, Giustizia e Relazioni con le Corti, Félix Bolaños. Sebbene il ministro non abbia potuto partecipare, ha dato la sua approvazione per procedere con il piano.

L’intesa mira a risolvere un problema che ha contrapposto Chiesa e Stato per anni. Tuttavia, dietro il tono conciliatorio si nasconde un evidente gioco politico: il Governo finge di esigere responsabilità mentre progetta un modello che gli evita di assumersi compensazioni. Da parte sua, la Chiesa, invece di affrontare il dramma con umiltà e coraggio, sembra disposta a patteggiare su ciò che è più sensibile: la verità e la memoria della sua stessa storia.

Lea también: Los obispos han entregado el Valle de los Caídos a cambio de tapar su responsabilidad en la pederastia

Una nuova via di riparazione

La proposta in discussione permetterebbe alle vittime che hanno rifiutato il Plan de Reparación Integral (PRIVA) —creato dalla Chiesa per gestire i casi prescritti o con aggressori deceduti— di accedere a una nuova istanza di compensazione sotto supervisione esterna. Finora, un centinaio di persone si è rivolto al PRIVA, ma alcune associazioni lo considerano insufficiente perché dipende dalle strutture ecclesiali.

La Chiesa ha accettato di studiare questo nuovo quadro, a condizione che sia supervisionato dal Difensore del Popolo, Ángel Gabilondo, una figura che gode di credibilità tra le associazioni delle vittime. E da La Moncloa si sono impegnati a inviare una bozza all’Episcopato prima dell’Assemblea Plenaria di novembre. La misura, in apparenza equilibrata, lascia irrisolta una domanda: chi pagherà le compensazioni e come si garantirà che le vittime siano realmente riparate.

Collaborazione istituzionale con cautela

Da parte della Chiesa hanno partecipato il vescovo César García Magán, segretario generale della CEE, e il religioso Jesús Miguel Zamora, segretario generale di CONFER, insieme a Cristina Guzmán e al salesiano Samuel Segura della commissione del PRIVA. In rappresentanza del Governo hanno assistito Alberto Herrera, sottosegretario di Presidenza; Mercedes Murillo, direttrice generale della Libertà Religiosa; e Paloma Martínez Aldama, capo del gabinetto tecnico del sottosegretario. Fonti di entrambe le parti descrivono l’incontro come “cordiale” e “costruttivo”.

Ma il tono amichevole non deve nascondere l’essenziale: lo Stato cerca un accordo politico, non una riparazione morale, e la Chiesa teme di più l’usura mediatica che il giudizio della sua coscienza. Entrambi si siedono al tavolo con obiettivi diversi: La Moncloa per controllare il racconto; la Chiesa, per chiudere una ferita senza esporla troppo alla luce del sole della verità.

Dai disaccordi al patto

L’evoluzione delle negoziazioni risulta significativa. A luglio del 2024, Bolaños arrivò a scrivere all’allora presidente della CEE, mons. Luis Argüello, avvisandolo che non avrebbe accettato “una formula unilaterale” in materia di compensazioni. Nonostante ciò, la Chiesa ha mantenuto il suo piano: fino ad oggi, ha risolto 39 di 89 richieste, con indennizzi tra 3.000 e 100.000 euro. Il Governo, al contrario, porta avanti da più di un anno senza eseguire il suo stesso piano approvato in Consiglio dei Ministri ad aprile del 2024, che prevedeva un fondo misto Stato-Chiesa e uno statuto delle vittime. Nessuna di quelle misure è stata implementata.

Lea también: PRIVA resuelve 39 casos de abusos en su primer año de trabajo

Contatti a Roma

Il ministro Bolaños si è riunito il 24 ottobre scorso in Vaticano con il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, accompagnato dall’ambasciatrice Isabel Celaá. La visita lampo, centrata sugli abusi e sulla risignificazione del Valle de los Caídos, dimostra che il Governo intende coinvolgere la Santa Sede nella sua strategia di “gestione simbolica” dei temi religiosi.

Lea también: Bolaños se reúne con Parolin para reactivar el plan profanador del Valle de los Caídos

Tra la prudenza e il rischio morale

Il nuovo meccanismo, se si concretizzerà, potrebbe rappresentare un passo verso la coordinazione istituzionale. Ma potrebbe anche diventare uno strumento in più di dilazione e maquillage. La supervisione del Difensore del Popolo apporta fiducia, ma il fondo della questione rimane intatto: chi assume il costo, economico e morale, di quanto accaduto.

La Spagna non ha bisogno di una negoziazione politica sul dolore, ma di una riparazione integrale basata sulla verità. E la Chiesa, se vuole conservare la sua credibilità morale, deve affrontare con fermezza ciò che molti dentro e fuori di essa considerano ancora una pagina non chiusa. Non bastano procedure né protocolli; serve penitenza, giustizia e chiarezza.

Il Governo finge di esigere responsabilità alla Chiesa mentre le concede margine per non assumersi nemmeno un euro in compensazioni. E la Chiesa, invece di affrontare il dramma con umiltà e coraggio, ha optato per patteggiare su ciò che fa più male: l’anima della sua memoria storica.

Aiuta Infovaticana a continuare a informare