Il vescovo di Alicante José Ignacio Munilla e il filosofo Miguel Ángel Quintana Paz hanno concordato di celebrare un dibattito pubblico sul conflitto in Medio Oriente, dopo un intenso scambio di opinioni sul social network X (ex Twitter).
La polemica è iniziata il 4 ottobre, quando Mons. Munilla ha pubblicato un messaggio speranzoso su un possibile cessate il fuoco a Gaza, accompagnato da un’invocazione a San Francesco d’Assisi e una preghiera per la pace che poneva Trump come una fazione combattente. Giorni dopo, il 14 ottobre, una volta firmata la pace guidata da Trump, Quintana Paz ha replicato criticando l’immagine condivisa dal vescovo e affermando che Donald Trump non è stato un “combattente” nel conflitto, ma colui che lo ha posto fine, in contrasto —secondo la sua opinione— con il “ruolo nullo” del Vaticano e del cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme.
Mons. Munilla ha risposto difendendo la sua posizione e rimproverando al filosofo una visione “trionfalista” di Trump. In quel contesto, il vescovo ha proposto un dibattito aperto, invito che Quintana Paz ha accettato suggerendo come sede l’ISSEP Madrid e lasciando nelle mani di Munilla la scelta del moderatore.
Uno scontro dialettico con il focus su Gaza
L’incontro promette di essere uno scontro dialettico di alto livello. Quintana Paz dovrà sfoderare le sue abilità argomentative per spiegare l’etica militare dietro un’azione violenta con più di 50.000 vittime civili palestinesi rispetto alle minime perdite militari israeliane, nonché il regime dell’apartheid che Israele mantiene in Terra Santa.
Sarà interessante ascoltare il filosofo spiegare il suo punto di vista su questioni come quelle esposte dalla monaca ortodossa Agapia Stephanopoulos, che in una recente intervista con Tucker Carlson ha denunciato strade segregate, controlli militari, muri che separano famiglie e comunità cristiane palestinesi, e una politica sistematica che spinge i cristiani all’esilio. “L’occupazione trasforma i palestinesi —cristiani e musulmani— in prigionieri amministrativi nella loro stessa terra”, ha dichiarato.
Il ruolo di Trump e la pressione sociale sui social
Da parte sua, Munilla dovrà spiegare la sua tesi secondo cui Trump non ha avuto un ruolo determinante nel processo di pace, e che il successo di certi accordi recenti si deve piuttosto alla pressione sociale e culturale emersa sui social. Quale ruolo reale ha avuto la Chiesa nella pace? Si sarebbe dovuto fare di più? La visione del prelato può essere criticata come ingenua o naif. In fondo, Munilla rileva una crepa nel racconto della destra sulla questione israeliana che vuole evidenziare, tuttavia un eccessivo focus sul non riconoscere il merito oggettivo di Trump potrebbe fargli perdere il dibattito.
In attesa di confermare la data e il formato del dibattito, il dialogo tra Munilla e Quintana Paz punta a diventare un incontro intellettuale molto seguito e un formato molto arricchente per un dibattito pubblico troppo superficiale e acceso.
