Un processo, con tutte le garanzie
Conviene chiarirlo fin dall’inizio: contro Cipriani non è mai emerso un indizio solido. Nessun documento, nessuna testimonianza ferma, nessuna prova giudiziaria. E se un giorno ce ne fosse, lo diciamo senza esitazioni: che si indaghi come per qualsiasi sacerdote accusato. Con tutte le garanzie. Con processo, con indagine, con prove, con testimoni… quelle cose così scomode per certi camorristi mediocri con il collarino e i loro megafoni di riferimento.
La giustizia, anche quella canonica, non può trasformarsi in spettacolo né in vendetta travestita da crociata morale. Perché la soppressione del diritto è sempre l’anticamera della scomparsa di qualsiasi istituzione
Dalla denuncia legittima alla trincea ideologica
Quello che è iniziato come una causa giusta —smascherare gli abusi e gli eccessi del Sodalicio— è degenerato in qualcosa di più torbido. Non si parla più di riparazione alle vittime né di sollevare il velo sui beni nascosti. Si parla di vietare saluti, di inviare lettere al Papa come ordini, di vantarsi di accesso agli uffici vaticani e, ora, di lanciare minacce pubbliche a un cardinale.
È la logica della trincea personale: tutto diventa munizioni. E l’ossessione di mantenere quel focus mediatico sembra non conoscere limiti.
Il rischio per la Chiesa
Se l’opinione pubblica finirà per credere che la Chiesa si governa a colpi di microfono di podcast o di editoriale di Paola Ugaz, la figura del Papa ne uscirà danneggiata. Non perché lo dicano i suoi critici, ma perché i suoi presunti alleati lo mostrano come un Pontefice circondato da tutori che si vantano di manipolarlo.
E questo è letale. Leone XIV non può permettersi di apparire come ostaggio di quattro attivisti e due giornalisti. Non solo perché sarebbe ingiusto nei suoi confronti, ma perché minerebbe la fiducia nella Chiesa stessa.
Leone XIV deve essere libero
Non si tratta di salvare la faccia a Cipriani. Si tratta di salvare la dignità della Chiesa. E questo implica ricordare che i processi si aprono nei tribunali, non nelle cabine di registrazione. Che la giustizia richiede prove, non campagne. E che nessun Papa deve apparire condizionato da coloro che hanno fatto del dolore altrui la loro piattaforma di potere.
Se vogliamo davvero che Leone XIV governi con libertà, bisogna smettere di vendere l’immagine che lo hanno in pugno. Perché non c’è danno peggiore per un Papa della sospetta che altri ruggiscano per lui.
