Leone XIV espelle dal clero un diacono condannato per abusi: prima sanzione pubblica del suo pontificato

Leone XIV espelle dal clero un diacono condannato per abusi: prima sanzione pubblica del suo pontificato
Il papa Leone XIV ha ordinato l’espulsione definitiva dal clero al diacono italiano Alessandro Frateschi, condannato a 12 anni di carcere per aver abusato di cinque minori, tre dei quali suoi alunni. Secondo quanto riportato da Infobae, la diocesi di Latina ha comunicato che la misura è “inappellabile” ed è stata notificata direttamente nella prigione dove l’ex religioso sta scontando la condanna.
Con appena quattro mesi di pontificato, Leone XIV segna così la sua prima sanzione pubblica in materia di abusi sessuali, un terreno che ha minato per decenni la credibilità della Chiesa. La decisione impedisce a Frateschi di occupare cariche pastorali, di impartire omelie o di insegnare religione.

Un caso che rivela le ferite della Chiesa

Gli abusi sono avvenuti tra il 2018 e il 2023 nell’ambiente scolastico e pastorale del diacono. Il processo giudiziario si è concluso nel 2024 con la condanna, e il caso è passato alla sezione disciplinare del Dicasterio per la Dottrina della Fede, che ha elevato la raccomandazione di espulsione al Papa.

Il processo penale canonico è indipendente dal processo penale statale, poiché si regge su norme, fini e criteri propri della Chiesa. Questa autonomia implica che la prescrizione, l’indagine dei fatti, la loro valutazione e le eventuali sanzioni o riparazioni seguono una logica diversa da quella del diritto civile o penale comune. Ad esempio, non potrebbe mai considerarsi concluso un processo penale nella Chiesa unicamente perché il fatto è prescritto nell’ambito penale statale, poiché entrambi gli ordini sono autonomi. Allo stesso tempo, questa indipendenza non impedisce la complementarità: mentre la giurisdizione civile protegge l’ordine pubblico e i diritti delle persone, quella canonica cerca la correzione, la giustizia intraecclesiale e la salvaguardia del bene comune ecclesiale.

Il gesto di Leone XIV intende inviare un messaggio di fermezza, ma pone una domanda di fondo: queste sanzioni arrivano sempre tardi, una volta che la giustizia civile ha già agito? La Chiesa insiste sulla “tolleranza zero”, ma i fedeli continuano a reclamare maggiore trasparenza nei processi interni e maggiore rapidità nelle misure.

Italia, arretrata nelle indagini

L’Italia non ha ancora promosso un’indagine nazionale sugli abusi come hanno fatto Francia, Germania o Stati Uniti. In questo contesto, la decisione papale è significativa, sebbene esponga anche le resistenze di un paese dove l’influenza ecclesiale ha frenato per anni l’apertura degli archivi.

L’espulsione di Frateschi non cancella il dolore delle vittime, ma rappresenta un punto di svolta per un pontificato che inizia sotto la pressione di questo scandalo globale. Leone XIV ha reiterato in altre occasioni che “la violenza subita non può essere cancellata” e che la Chiesa deve essere solidale con chi ha sofferto abusi.

Un pontificato messo alla prova

La sanzione arriva quando il Papa affronta le sue prime sfide internazionali. In dichiarazioni riportate da Infobae, Leone XIV ha ammesso che l’esposizione diplomatica lo ha sorpreso, ma ha ribadito che la sua missione è confermare la fede dei credenti. Tuttavia, la sfida degli abusi rimane la pietra di paragone: non bastano le parole di vicinanza, sono necessarie decisioni incisive e sostenute nel tempo.

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