I vescovi della Slovacchia: «i cambiamenti nel finanziamento statale metteranno a rischio le scuole cattoliche»

I vescovi della Slovacchia: «i cambiamenti nel finanziamento statale metteranno a rischio le scuole cattoliche»

La Conferenza Episcopale della Slovacchia ha avvertito questo 10 settembre che la proposta del governo di tagliare del 20% i fondi statali alle scuole private e della Chiesa che non soddisfano nuovi criteri “rappresenta un serio rischio di indebolire il carattere e la stabilità finanziaria delle scuole cattoliche”. Lo ha riportato The Pillar.

I vescovi hanno chiesto “in modo inequivocabile” che il Ministero dell’Istruzione modifichi il piano, che obbligherebbe le scuole religiose a eliminare le quote di iscrizione, integrarsi nei distretti scolastici locali e accettare almeno il 70% di alunni del loro vicinato per poter mantenere il 100% del sussidio statale.

“Senza un emendamento giusto e chiaro alla legge, non sarà possibile garantire l’uguaglianza nell’istruzione né preservare i diritti fondamentali dei genitori nella formazione dei loro figli”, hanno affermato i prelati.

Una minaccia al diritto dei genitori

I vescovi hanno ricordato che “la libera scelta della scuola basata sulle convinzioni religiose è uno dei diritti fondamentali dei genitori e dei bambini”, esortando il ministero a preparare una soluzione “giusta, equilibrata e sostenibile”.

La misura, approvata ad agosto dal governo di coalizione guidato dal primo ministro Robert Fico, deve ancora passare dal Parlamento. Se approvata, entrerebbe in vigore a gennaio del 2026, con la riduzione del 20% applicata a partire dal 2027.

Critiche e opposizione sociale

Secondo The Pillar, associazioni di scuole private e cattoliche hanno criticato apertamente il piano, mentre una petizione contro ha già raccolto più di 15.000 firme. Il partito di opposizione Movimento Democratico Cristiano ha indicato che i cambiamenti “discriminerebbero i bambini delle istituzioni religiose”.

Il governo, dal canto suo, difende la riforma sostenendo che mira a omogeneizzare le regole di finanziamento ed evitare un sistema che, a suo avviso, favorisce le famiglie a reddito più alto.

La Chiesa rifiuta anche l’eliminazione delle feste religiose

I vescovi slovacchi hanno espresso anche il loro rifiuto a un’altra proposta del governo: l’abolizione di tre giorni festivi, tra cui il 6 gennaio, solennità dell’Epifania del Signore, una delle celebrazioni più importanti per i cattolici di rito latino nel paese.

Il ministro delle Finanze, Ladislav Kamenický, ha giustificato la misura come parte di un pacchetto per risanare le finanze pubbliche. Ma i prelati hanno avvertito: “Le feste sono associate all’esperienza della fede e alle tradizioni all’interno della famiglia e della comunità. Sopprimerle per motivi economici non può essere l’unico criterio per valutarne il beneficio per la società”.

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