Ogni 12 settembre la Chiesa celebra la festa del Santissimo Nome di Maria, memoria istituita dal papa Innocenzo XI nel 1683 dopo la decisiva vittoria cristiana nella Battaglia di Vienna. Quell’avvenimento storico segnò un punto di svolta per l’Europa, allora minacciata dall’espansionismo ottomano.
L’esercito cattolico, guidato dal re polacco Giovanni III Sobieski, accorse in difesa della capitale austriaca assediata dai turchi. Consapevole della gravità del momento, Sobieski affidò la battaglia alla Vergine Maria, partecipò alla Santa Messa e pose le sue truppe sotto la sua protezione. La vittoria, ottenuta in modo provvidenziale, fu attribuita all’intercessione della Madre di Dio.
In azione di grazie, il papa Innocenzo XI estese a tutta la Chiesa la celebrazione del Santissimo Nome di Maria, già venerato localmente in Spagna dal XVI secolo.
Significato spirituale del Nome di Maria
Il Santissimo Nome di Maria non è solo un ricordo storico, ma una devozione profondamente radicata nella pietà cattolica. San Antonio da Padova insegnava che:
“Il Nome della Vergine è gioia per il cuore, miele in bocca e melodia per l’orecchio”.
Invocare il suo nome è riconoscerla come Madre e Mediatrice, aiuto nelle difficoltà e rifugio sicuro di fronte al male. I santi hanno insistito sul potere di questo Nome benedetto, capace di infondere consolazione e forza in mezzo alle prove.
Una festa di identità cattolica
La commemorazione del Santissimo Nome di Maria è anche un appello a mantenere viva l’identità cristiana dell’Europa, oggi minacciata non più da eserciti stranieri, ma dal secolarismo interno e dalla rinuncia alle radici cattoliche.
Ricordare quel 12 settembre è riconoscere di nuovo che la storia dell’Occidente non può essere compresa senza la fede in Cristo e la protezione materna della sua Santissima Madre. La Vergine, sotto l’invocazione del suo Dolcissimo Nome, continua a essere il rifugio del popolo cristiano in tempi di prova.
