El purpurado alemán sostiene que la relación positiva y constructiva que todo católico debe tener con el Santo Padre dista mucho de la adulación cortesana que el propio Francisco ha criticado, utilizando la expresión «chupamedias».
El cardenal alemán Gerhard Ludwig Müller, anterior prefecto de la Congregación para la Doctrina de la Fe, ha advertido acerca de la adulación cortesana, la afectada subordinación o la devoción hipócrita al Papa en una entrevista con la agencia DPA.
«Todo católico, sobre todo cada obispo y cada cardenal tiene una relación positiva y constructiva con el Papa, pero eso dista mucho de ser una adulación cortesana y una afectada subordinación», señala Müller, que recuerda que el Papa Francisco siempre se ha manifestado contrario a estas actitudes.
Según informa DPA, el purpurado alemán ha criticado que algunos tienen una «devoción papal hipócrita», como si la consigna fuera seguir incondicionalmente y «llenos de admiración» cada idea del Papa.
«El Papa también es solo un ser humano, eso quiere decir que no todo lo que hace y dice es de por sí perfecto e insuperable», advierte Müller, al tiempo que sostiene que «no debería surgir un culto a la personalidad» ni un «turismo papal».
En opinión del anterior prefecto de la Congregación para la Doctrina de la Fe, «es peligroso que la gente solamente aclame al Papa o que viaje a Roma por sensacionalismo, para poder decir después ‘he visto al papa en primera fila y estaba muy cerca de él'».
‘No se me acaba el mundo’
En relación con los motivos por los que ha sido apartado de Doctrina de la Fe, Müller asegura que «cualquiera se puede imaginar lo que significa».
«Fui llamado a Roma por el Papa Benedicto únicamente para este cargo. Normalmente se parte de la base de que es hasta los 75 años. Pero ahora se ha decidido otra cosa», indica el purpurado, que aclara que a él no se le «acaba el mundo» porque puede «seguir haciendo muchas cosas por la Iglesia».
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Cardenal no aclare que oscurece.
Es humano, muy humano, con gays, ateos, protestantes, musulmanes; en compensación es inhumano con los católicos, tan rígidos los pobrecitos.
Calimero sigue llorando.
Creo que le van a dar otro puesto de responsabilidad
Jefe de plañíderas vaticanas
Claro que es humano, pero algunos se empeñan en verlo divino. Eso para todos los papas. Parece ser que los humanos o al menos algunos necesitan líderes o héroes para seguir ciegamente.
Un poco de dignidad Cardenal que nada le obligaba a decir una medio verdad que confunde a la gente
Il lassismo anni ’70 è al potere nella Chiesa
di Marco Tosatti
21-07-2017 AA+A++
Christine Vollmer
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Ho letto con grande interesse un appassionato intervento di Christine Vollmer su The Catholic Thing, in tema di morale, omosessualità abusi, e, soprattutto, l’insegnamento della Chiesa. Una disamina lucida ed efficace, in un momento in cui i vescovi (vedi il caso di don Pusceddu a Cagliari) puniscono i sacerdoti se citano le parole di San Paolo sulla sodomia; se altri vescovi chiudono un occhio anzi due su responsabili ecclesiali che si uniscono a persone dello stesso sesso; e se noti gesuiti mediatici, nominati Consultori per il dicastero delle Comunicazioni in Vaticano, augurano ai loro amici LGBT di divertirsi per benino al prossimo Gay Pride locale.
Christine Vollmer ricorda che il problema degli abusi nella Chiesa, “mascherato” sotto il termine di pedofilia, in realtà è efebofilia, o pederastia. Cioè si tratta di sacerdoti omosessuali che predano adolescenti. Una realtà peraltro che è stata evidenziata dal fatto che negli USA l’80 per cento dei sacerdoti condannati erano omosessuali. E confermata dal fatto che, come ha dichiarato qualche tempo fa il prof. Rev. Davide Cito, docente a Santa Croce ed esperto della Congregazione della Fede, su 400 casi che giungono a Roma ogni anno il 90 per cento riguarda abusi omosessuali su adolescenti, dai 15 ai 17 anni. Per tacere ovviamente di casi di cronaca come quello del segretario di un cardinale che organizzava orge omosessuali con droga nel Palazzo del Santo Uffizio.
Christine Vollmer è una personalità molto nota nella Chiesa. È presidente di PROVIVE in Venezuela, coordinatrice del Curriculem Alive to the World, ed è stata membro del Pontificio Consiglio della Famiglia e dell’Accademia per la Vita fino al 2016, quando la nuova gestione ha rinnovato come sappiamo i suoi quadri…. Ha servito anche nella delegazione della Santa Sede all’Onu. Il suo intervento si intitola “Quando le onde sommergono la barca di Pietro”; e naturalmente viene spontaneo collegarlo alle parole di Benedetto XVI per le esequi del cardinale Joachim Meisner.
Quelli che amano la Chiesa e hanno seguito il pontificato di Paolo VI, San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI con devozione ed entusiasmo sono in uno stato di allarme. Improvvisamente, avvolta in un mucchio di paroline dolci, la chiarezza dell’insegnamento cattolico sembra fatta a pezzi. Che cosa sta succedendo? E perché dobbiamo tener duro, senza paura?
La lucidità e la verità che hanno bendetto la seconda metà del XX secolo attraverso gli insegnamenti di questi grandi pontefici, toccando milioni di cattolici e non cattolici egualmente, hanno risvegliato un amore e un rispetto per la Chiesa Cattolica Romana che è stato ampiamente in sonno dopo la Secondo Guerra Mondiale ed è stato posto in dubbio severamente negli anni ’60 e ’70.
Una grande rivolta ha sommerso la cultura occidentale. La dottrina è stata buttata via; la famiglia è stata rivoluzionata; la tradizione è stata rovesciata; non rappresentava più secoli di saggezza accumulata lentamente, ma fu resa ridicola; la moralità divenne “intolleranza”, “fanatismo”, auto-limitazione senza senso.
Come risultato, gli anni ’80 hanno testimoniato l’inizio di cambiamenti societari e legali che confondevano e riempivano di stress i fedeli di tutte le fedi. Nella Chiesa cattolica la gerarchia – educata in tempi precedenti – mantennero un’apparenza di ortodossia, ma il dissenso era tollerato, e (per quelli di noi che erano giovani all’epoca) era chiaro che c’erano due tipi di preti.
Preti e vescovi fedeli accettarono la profetica enciclica di Paolo VI nel 1968, Humanae Vitae, anche se non la comprendevano pienamente all’epoca. Per contrasto, quelli formati nel relativismo e permissivismo degli anni ’60 la trattavano con indifferenza piena di disprezzo. Papa Polo VI giustamente osservò che “il fumo di Satana si è infiltrato nella Chiesa”. Fu un tempo molto duro per le giovani coppie e per i genitori che vedevano i loro figli adottare sempre di più una moralità sessuale contraccettiva.
Insegnamento morbido nei seminari ha portato molti futuri preti a credere che “l’autorità” non ha il diritto di imporre standard o moralità; e ha anche prodotto i preti omosessuali che hanno commesso atti orrendi di pederastia. Gli sforzi fatti per nascondere questa realtà vergognosa come una “malattia” (pedofilia) sono stati smentiti dal fatto che una vasta maggioranza di casi coinvolgeva ragazzi adolescenti. Alcuni vescovi, codardamente o peggio, proteggevano quei preti, come sappiamo.
Perché questo era tollerato? Era tollerato perché la generazione del ’60 e ’70, allora in posizione di comando, era contraria all’imposizione di regole morali o disciplina. Era permissiva per convinzione.
L’arrivo sorprendente e affascinante sulla scena di Karol Wojtyla, San Giovanni Paolo II, con la sua avvincente presentazione di verità onorate dal tempo del Vangelo e il suo vero aggiornamento fu destabilizzante per gli anni ’60. Ma riempì di passione e stimolò la generazione seguente, e i preti fedeli e i religiosi e i laici ovunque.
Venne con l’esperienza della guerra, del Nazismo, del Comunismo e di malvagità di ogni tipo e conosceva la logica del Vangelo e della Buona Novella sulla persona umana e la salvezza.
Inoltre la sua conoscenza si è affilata fra i giovani e le coppie, fra quelli che soffrivano, eroi e gente ordinaria. Ha elettrizzato il mondo con spiegazioni piene di ispirazione su come dovremmo vivere. Non offriva soluzioni facili, ma felici. Ci ha dato spiegazioni comprensibili di chi siamo e come possiamo vivere il messaggio del Vangelo nel nostro tempo.
Quando BXVI è succeduto a Giovanni Paolo II, ha rivolto la sua attenzione al vizio che si era infiltrato nei più alti gradi della Chiesa. Ha punito ed esiliato padre Marcial Macel e iniziato un’inchiesta sulle vosi ampiamente diffuse di omosessualità e di scorrettezze finanziarie nella Curia. Non sappiamo i contenuti del rapporto; ma sappiamo che ha provocato grande allarme in alcune alte cerchie a Roma.
I tre decenni di brillante evangelizzazione dei papi Giovanni Paolo II e Benedetto nel mondo hanno avuto un enorme successo fra i laici e una intera nuova generazione di preti desiderosi e abili a insegnare la vera fede cattolica e la morale.
Ma molti fra quelli della generazione precedente non erano contenti di vedere convinzione e fermezza nella fede sbocciare di nuovo. Un numero di vescovi e cardinali nel mondo sviluppato si sentivano a disagio mentre la loro via permissiva e lassiste si urtava con questo nuovo vigore. Alcuni di questi che erano ora vecchi prelati potenti, lo sappiamo ora, decisero di “salvare” la Chiesa da quelli che evidentemente consideravano insegnamenti “rigidi” e di vecchio stampo.
Ci dicono che fondarono il Sankt Gallen Club, o “mafia” per preparare i piani per deviare a forza la Barca di Pietro verso una rotta diversa. Approfittando della tolleranza dei papi precedenti che non li umiliarono mai per il loro lassismo dottrinale, questa club di Sankt Gallen riuscì a promuovere un candidato per il papato. Jorge Bergoglio fu eletto.
La generazione degli anni ’70 è ora al potere nella Chiesa. Negli affari e in politica quella generazione è generalmente in pensione. Molti sono stati stroncati da tragedia di droga e sesso e hanno distrutto i loro figli. Ma nella Chiesa molti sono ancora là – e ora hanno il potere.
L’affresco omoerotico oltraggioso commissionato dall’arcivescovo Vincenzo Paglia per la sua cattedrale a Terni non gli ha impedito di essere nominato, e cambiare radicalmente, le sezioni del Vaticano che riguardano la Vita e la Famiglia.
L’arcivescovo Paglia ha anche ordinato un programma di “educazione sessuale” in cinque lingue, che contraddice principi importanti dell’insegnamento della Chiesa sull’educazione sessuale.
E così vediamo una grande divisione oggi nella Chiesa. I cattolici della strada praticanti sono più motivati che mai a vivere e insegnare la vera dottrina sociale e morale della Chiesa. Ma vedono che prelati formati nel permissivismo e nel relativismo sono promossi. Persino scandali che riguardano droga e sesso nel Vaticano non sembrano rallentare il rifiuto e la modifica della categorie tradizionali della morale e del genere, confermate con tanta bellezza dai nostri grandi papi recenti.
Stiamo dirigendoci verso acque molto tempestose e non dobbiamo perdere coraggio. Nostro Signore è vivo e dobbiamo essere fedeli a Lui e al Suo insegnamento in questi tempi di prova. Giovani preti e laici, e i molti movimenti fedeli devono restare saldi nella Verità, uniti in preghiera e azione finché la tempesta non sia passata. Gesù, ho fede in Te!
MARTINI NON VOLEVA BERGOGLIO PAPA. UN’INDISCREZIONE DI ROMANA VULNERATUS CURIA. CHE DI CURIA SE NE INTENDE…
MARCO TOSATTI
Oggi Romana Vulneratus Curia (RVC per gli amici) ha fatto il botto. Tanto per cominciare ha scritto un messaggio ironico, un po’ amaro, ma serio. Il che marca una differenza rispetto all’usuale. E poi, con nonchalance, come se niente fosse, ha fatto scivolare fra le righe l’indiscrezione che trovate nel titolo, e nell’articolo in grassetto. E scusate se è poco! Qualcosa che merita qualche considerazione dell’umile sottoscritto, che non ha le frequentazioni vaticane e chiesastiche di RVC, ma si arrabatta…Ma ecco la:
Lettera a Tosatti
“Caro Tosatti, all’inizio volevo scriverle che mi meraviglio sempre più dello sconforto di noi italiani, quando invece non manchiamo di niente, abbiamo tutto quello che potremmo desiderare: donna Boldrini, il conte Gentiloni, la maestra Bonino, e soprattutto il grande Papa Bergoglio che ama e protegge noi cattolici, italiani soprattutto. Ma che vogliamo di più per esser sereni e tranquilli ?
Poi ho letto l’articolo di padre Spadaro su Civiltà Cattolica ed ho finalmente capito quale è l’origine di tutti i mali della chiesa, della politica e della società: i cattolici conservatori e tradizionalisti. E mi son chiesto se Spadaro non avesse ragione a diffidare di questi biechi, reazionari, settari e manichei, che insistono ancora a pretendere che Gesù Cristo sia Dio incarnato, risorto e abbia redento il mondo. Ma hanno o no, questi farisei, letto e capito il grande profeta gesuita Karl Rahner ? Poi ancora stamattina ho letto delle insinuazioni – intimidazioni – fatte a Papa Ratzinger sulla storiella di Ratisbona e sono rimasto basito. Ma sono i tradizionalisti il pericolo della fede e della civiltà cattolica ? E se invece fossero altri? Vuoi vedere, mi son chiesto, che possa aver avuto ragione quell’amico che mi spiegava che, differentemente dalla vulgata comune, il grande Cardinale Carlo Maria Martini al Conclave del 2005 (quando fu eletto Ratzinger) avesse dissuaso i colleghi dall’eleggere un tal cardinale gesuita spiegando che se fosse diventato papa il prestigio della Compagnia di Gesù sarebbe stato compromesso per altri cent’anni, in modo ben più doloroso di quanto non accadde con Papa Clemente XIV che nel 1773 sciolse la Compagnia di Gesù ? Però, non soddisfatto dalla indiscrezione non verificabile, ho cercato di capire quando, perché e come, la Compagnia fu ricostituita da parte di Pio VII nel 1814. Ammetto che la storia non è chiara in proposito, ma emergerebbe che dopo 5 anni di prigionia di Pio VII presso Napoleone in Francia ed il suo ritorno a Roma il 24 maggio 2014, una delle prime cose che fece, due mesi dopo, il 7 agosto, fu la ricostituzione della Compagnia di Gesù. Immediatamente dopo ottenne la restituzione di tutti i territori sottratti alla Chiesa. Ripeto, la storia non lo spiega, ma tra la liberazione del Papa, la restituzione dei territori e la ricostituzione della Compagnia passano due mesi. Che l’avesse suggerita Napoleone stesso? Mah ! chissà se lei Tosatti potesse spiegarcelo.
Suo RVC”.
Questo il povero Tosatti non sa spiegarlo. Però ha sentito da chi è più esperto di lui che in effetti molti nella Compagnia, ad altissimo livello, e fra questi anche il famosissimo arcivescovo di Milano, non avevano un’opinione eccelsa del confratello porteño. Qualche motivo l’avranno pur avuto. L’articolo del padre Spadaio, a cui si riferisce RVC, è quello scritto a quattro mani con il direttore protestante dell’edizione spagnola dell’Osservatore Romano, il presbiteriano argentino Marcelo Figueroa. Un articolo che trova una critica sostanziale su La Croce quotidiano.
Gracias al cardenal Müller por decir una obviedad que algunos no aceptan. El papa es humano, no es un dios ni un semidiós. Por tanto, se equivoca. Y en el caso de Francisco, falla más que una escopeta de feria, en primer lugar por su fe débil y ambigua y en segundo lugar por falta de formación doctrinal.
El papa es un hombre. No es un ángel ni un semidiós. No se le debe rendir culto, porque eso es idolatría o papolatría.
Para mi es inhimano si apoya politicas de antinatalidad si ataca a los que buscan la santidad y si corrompe la Iglesia.
Es inhumano si maltrata a lis Cardenales que luchan por la verdad.
Es inhumano si apoya la ideologia de genero mediante la ONU y schola.
Es inhumano si tiene un doble discurso.
Es inhumano si niega la centralidad del Salvador del gwnero humano Jesucristo.
Es inhumano si engrosa la lista de la Academoa de la vida con abortistas y cientificos que experimentan con la vida humana.
Es inhumano si apoya el nuevo orden mundial que roba la dignidad humana e impone un control de poblacion.
Fie inhumano con livieres y las franciscanas de la Inmaculada.
Es inhumano con el presidente de la Orden de Malta.
Es inhumano cuando falsea verdades como las dichas por la Virgen de Fatima.
Es inhumano cuando dice que Cristo fue vencido.
Hay católicos que son tantas y tantas la lista de falsedades que confeccionan contra el Papa Francisco que ya tienen un pie fuera de la Iglesia sin perjuicio de la desobediencia directa a la que ha dicho Juan Pablo II y el Código de Derecho canónico respecto del disenso en la Iglesia. Disenso no es ataque, ni calumnia y menos delirio.
Con todo respeto, cuándo, cómo, dónde y por qué puede un Papa hacer o decir cosas perfectas ?. Para medir la perfección o imperfección de una propuesta o una conducta tiene que haber algo con qué compararla y el Cristianismo lo tiene o ya no lo tiene ?
No se trata de imperfecciones es algo mucho mas serio. Lo que dicen los criticos del Papa no dicen falsedades dicen lo que el dice que es muy grave. Respeto a la figura del Papa si, pero aceptar su ataque continua a la doctrina y su burla a los que la defendemos, no es aceptable.